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"Le Mirouer des simples ames" è un poema filosofico del XIII secolo. La sua autrice, Marguerite Porete, subì un lungo processo durante il quale si rifiutò ostinatamente di correggere le proposizioni eretiche del suo scritto, un testo in grado di affascinare non solo i lettori di ieri, ma anche quelli più disincantati ed esigenti di oggi. Fu quindi condannata al rogo con il suo libro "malefico" del quale si intendeva cancellare per sempre la memoria. L'approccio semiotico al poema contribuisce a fare giustizia dei cattivi pregiudizi sul testo, non solo di quelli che lo hanno condannato come eretico, ma anche di quelli che lo hanno qualificato come confuso e poco chiaro. L'analisi si concentra soprattutto sulle strategie enunciative, le quali contribuiscono a conferire a questo testo il particolare carisma di scrittura rivelata e profetica. Lo studio approfondisce quindi alcune controverse questioni inerenti le traduzioni de "Le mirouer" dal francese antico all'italiano contemporaneo, che implicano una riflessione teorica sulle interpretazioni che le hanno ispirate. Prefazione di Ugo Volli.